BeyondBorders: oltre i confini del teatro pre-pandemico
di Vincenzo Sansone
La pandemia provocata dal COVID-19 ha messo in crisi l’intera società costringendo alla chiusura temporanea, che in molti casi è diventata definitiva, di molte attività commerciali e culturali. Tra queste le arti performative che dipendono proprio dall’incontro in persona sia per la creazione e sia, soprattutto, per la loro fruizione. Le attività di spettacolo, in Italia, sono rimaste chiuse quasi in maniera continuativa da marzo 2020 fino ad aprile 2021 (con apertura nei mesi estivi ma con presenza contingentata di spettatori e varie norme votate alla possibile prevenzione della diffusione del contagio). Non è andata meglio nel resto del mondo: stagioni sospese, riprogrammate o addirittura rinviate, sempre con molti dubbi, all’anno successivo.
Diversi gli interventi, spesso non molto interessanti e innovativi, del mondo dello spettacolo dal vivo per cercare di portare avanti il proprio lavoro. Tra queste, sicuramente la più semplice e la più diffusa è stata la presenza di stagioni teatrali “on-line” programmate caricando sulle piattaforme di fruizione video le registrazioni di spettacoli delle passate stagioni, rendendole fruibili senza una data di scadenza o, per provare a emulare un “hic et nunc” teatrale, trasmettendole in uno specifico orario e fruibili solo a quell’ora e per la durata specifica del contributo, una sorta di tentativo di portare lo spettatore in un teatro “virtuale”. Nulla di nuovo, dunque, soltanto un servizio di video on-demand o in streaming. Accanto a queste pratiche emergenziali ma di sicuro non innovative, diverse esperienze teatrali, nate in epoca pandemica, hanno cercato di ovviare in maniera creativa e propositiva, gli ostacoli dettati dalle chiusure delle attività, in primis la possibilità di produrre e di fruire spettacoli.
Tra queste esperienze, per il versante “sperimentali modalità di produzione”, si colloca Beyond Borders, progetto di creazione e sperimentazione artisticaideato dalla compagnia Instabili Vaganti, in collaborazione con L’arboreto –Teatro Dimora, La Mama Umbria e ATER Fondazione e con diversi partner esteri con l’obiettivo di oltrepassare i confini strettamente locali, imposti anche dalle condizioni pandemiche e allargare il concetto di produzione e creazione artistica a livello globale attraverso un sapiente uso di modalità di creazione che connettono attività in presenza e modalità a distanza che, nel bene o nel male, la pandemia ci ha permesso di tirar fuori e di sfruttare in tanti casi in maniera positiva.
Così la compagnia riassume il concept e i propositi del progetto:Non potendo muoverci fisicamente e non potendo raggiungere il nostro pubblico, abbiamo deciso di esprimere i nostri pensieri attraverso appunti visivi. Abbiamo continuato ad alimentare il confronto interculturale coinvolgendo nel processo di creazione alcuni artisti internazionali per intraprendere, insieme, un nuovo interessante viaggio alla ricerca della POLIS ideale.
Abbiamo cercato un modo per “superare i confini”, non solo geografici ma anche stilistici, di genere, di pensiero includendo ogni fase del processo creativo e di fruizione dell’opera nella sua stessa definizione, collezionando quei brevi istanti che abbiamo potuto assaporare con maggiore intensità in isolamento o in situazioni di restrizione. In questo modo abbiamo cercato di trovare alcune risposte alle infinite domande che hanno abitato i nostri pensieri, o quanto meno abbiamo continuato a porci ulteriori domande.
Da queste basi, inizia un profondo dialogo a distanza durante i mesi di chiusura del 2020 tra artisti internazionali con l’obiettivo di non bloccare in maniera definitiva i processi creativi e produttivi ma piuttosto di pensare a un progetto che nascesse proprio dai confini fisici imposti dalla pandemia ma abbattuti dai confini creativi che proprio nelle peggiori situazioni di pressione e di ostacolo possono produrre effetti benefici, trasformando i problemi e le avversità in opportunità.
La prima restituzione del lavoro svolto avviene nel settembre 2020 presso l’Oratorio San Filippo Neri di Bologna con l’episodio intitolato proprio Lockdown Memory –fase 1.
Si tratta di una delle prime aperture fisiche dopo la fase più dura della pandemia che assume un senso tutto diverso nonostante sul palcoscenico ci sia la presenza del video con le testimonianze provenienti dal lockdown. La diversità si rintraccia in quel rapporto che si instaura tra l’immagine e il movimento sul palcoscenico, una ritrovata consapevolezza del corpo che però si ritrova trasformato da mesi di stasi e che quindi si relaziona all’immagine con nuova consapevolezza. Lockdown Memory diventa performance a tutti gli effetti spostandosi fisicamente in altri paesi come il Cile e gli Stati Uniti. “Ha ancora senso il teatro oggi?”.
Con questa domanda inizia il viaggio nella memoria di noi tutti, in quei mesi chiusi dentro le quattro mura senza poter far nulla se non attraverso una connessione on-line. E il teatro ha proprio un senso perché il teatro è come la vita, fatto di incontri e scambi. E se quegli incontri e scambi sono la parte che più ci è stata sottratta in pandemia, perché non dovrebbe avere senso il teatro che alla sua riapertura mette in evidenzia quanto la condivisione di qualcosa nello stesso spazio e nello stesso tempo siano alla base della nostra esistenza?
Quest’incontro tra attori e spettatori di grotowskiana memoria è la ragione da cui deve ripartire il teatro, da cui “parte”, dopo un avvio on-line, Beyond Borders, radunando gli spettatori che diventano i testimoni della memoria del lockdown, i testimoni di una ripartenza basata sull’incontro fisico ma che non demonizza ma valorizza tutte le esperienze virtuali fatte a distanza grazie al teatro e che non possono più essere ignorate ma trasformate in nuove componenti dello spettacolo dal vivo. Dice Nicola Pianzola: “Il teatro per noi ha senso solo se è in grado di connettere personeda ogni parte del mondo e creare una comunità globale”.
E aggiunge Anna Dora Dorno: “Il teatro per noi ha senso solo se ci consente di su-perare i confini”. E il progetto e la sua prima restituzione dimostrano che questa connessione può avvenire anche, ma non solo, sfruttando le nuove tecnologie di connessione a distanza, che riscrivono il concetto di liveness teatrale e che finalmente, proprio a causa del covid, gli operatori teatrali non possono più ignorare.
Sul palcoscenico gli Instabili Vaganti e in video artisti di tutto il mondo: Corea Del Sud, Brasile, USA, India, Colombia, Messico, Iran, Pakistan, Colombia. Diverse le tappe che hanno contraddistinto il progetto Beyond Borders nel biennio 2021-2022 che non solo hanno permesso la creazione di performance dal vivo ma anche di produzioni nate appositamente per il linguaggio del video sempre seguendo la ragione che sta alla base del progetto: un lavoro che sfrutta contemporaneamente e in maniera armoniosa attività in presenza e incontri on-line.
Dentro questo crogiuolo di esperienze si sviluppa anche la web-serie VIDEODANTE, un’operazione che nasce dai rapporti di collaborazione a distanza tra Instabili Vaganti e vari artisti internazionali per esplorare le connessioni tra l’opera dantesca e le rispettive culture degli artisti stranieri coinvolti, declinandosi, dunque, secondo relazioni geografiche attraverso l’esperienza di VIDEODANTE #Indonesia (2021), VIDEODANTE #India (2021), VIDEODANTE #Cile (2022).
Dopo aver toccato varie tappe internazionali (Cile, Senegal, Tunisia, Stati Uniti), le ultime fasi del progetto Beyond Borders si sono svolte in Italia e per la precisione a Mondaino (RN), Scansano (GR) e Bologna, per diffondere sul territorio ciò che è stato fatto all’estero e con l’obiettivo di coinvolgere altri artisti e studiosi dentro il progetto stesso.
Nella tappa di Mondaino, svoltasi dal 23 al 29 luglio 2022 è stato realizzato un lavoro di cocreazione che ha coinvolto sei artisti che hanno preso parte alle tappe internazionali e che si è concretizzato nella prima restituzione della performance In viaggio verso Eutopia, restituzione che si è confrontata con diversi tutor (Anna Maria Monteverdi, Simona Frigerio, Francesca Giuliani), sguardi esterni, diversi da quelli dei creatori, che hanno fornito spunti e suggestioni sul lavoro stesso.
Il lavoro finale è stato presentato l’8 agosto 2022 in prima nazionale nell’ambito del festival Teatro nel bicchiere, con la regia di Anna Dora Dorno, la drammaturgia di Nicola Pianzola e Jordi Pérez i Soldevila (Spagna), le musiche di Riccardo Nanni e in scena Nicola Pianzola, Cecilia Seaward (USA), Yuki Kawahisa (Giappone),Samba Thiame, Abdoulaye Ndiaye (Senegal), Efi Kitsanta (Grecia).
Eutopia è proprio il figlio diretto di quel concept di Beyond Borders nato in lockdown. Eutopia diventa per gli artisti che lo abitano un luogo ideale e reale in cui dar vita a una nuova idea di teatro che permette la collaborazione di artisti provenienti da tutto il mondo non solo per la realizzazione di esperienze artistiche ma soprattutto per rendere lo spazio del teatro, spazio del pensiero e delle idee sia locali, sia globali, spazio del pensiero non solo per chi crea ma anche per le istituzioni culturali che producono e per gli spettatori che diventano parte attiva non attraverso una loro azione ma attraverso il loro pensiero.
Eutopia rappresenta l’altra faccia di Lockdown Memory, quella in cui i volti visti in immagine, forti comunque delle esperienze vissute, raggiungono gli spettatori come presenza concreta, un chiaro segnale di una ripartenza che non vuole essere uguale al teatro del 2019, al teatro pre-pandemico, una ripartenza che vuole far proprie le istanze della pandemia e le difficoltà del teatro e che cerca di proporre visioni alternative da cui far ripartire lo spettacolo dal vivo.
Biografia dell’autore
Vincenzo Sansone è attualmente professore di prima fascia di Storia dello Spettacolo presso l’Accade-mia di Belle Arti di Palermo e professore a contratto presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’Università degli Studi di Milano. Laurea magistrale in Teorie e tecniche dello spettacolo digitale (Sapienza Università di Roma), è dottore di ricerca in Studi Culturali Europei/Europäische Kulturstudien (Università di Palermo). È stato ricercatore in visita presso l’Università Pompeu Fabra di Barcellona e l’Università Politecnica di Valencia. È anche attore, scenografo digitale, visual designer, visual artist. Il focus delle sue ricerche concerne le seguenti aree: arti performative, nuovi media, animazione, tecnologie AR, software culture, cultura visuale, intelligenza artificiale. Nel 2021 è stata pubblicata la sua prima monografia Scenografia Digitale e Interattività. Il video projection mapping nuova macchina teatrale della visione (Aracne Editrice).