Questo FORUM ON LINE ha previsto una serie di webinars con ospiti internazionali – partner del progetto, performer, pensatori, critici, professori universitari, artisti – per condividere e sviscerare alcune tematiche che riguardano la nostra nuova era post-pandemica.
Un momento di riflessione e di confronto interculturale, un luogo virtuale capace di generare una “memoria globale condivisa” in grado di fotografare il particolare periodo storico che stiamo attraversando. Uno spazio virtuale in cui è possibile continuare ad alimentare il pensiero e ragionare sulla funzione del teatro e dell’arte ai giorni nostri. Uno spazio d’incontro capace di costruire una comunità internazionale e multiculturale in grado di generare un mutuo supporto tra operatori, pensatori e artisti, anche a distanza.
Il forum si è avvalso della collaborazione di partner nazionali e internazionali per l’organizzazione e la promozione degli incontri, della supervisione del filosofo e critico teatrale Enrico Piergiacomi, della moderazione del regista statunitense Jesus Quintero e della regia video di Wyde – the connective school.
Gli incontri si sono tenuti in lingua Inglese e sono stati trasmessi in live streaming sui canali social di Instabili Vaganti.
I° Meeting
27 Feb 2022
Walls that close, walls that free. Is a border necessarily harmful?
I muri o i confini hanno una natura ambigua. Possono sia creare un luogo sicuro e accogliente (una casa che ci difende dal freddo, dal brutto tempo, dalle bestie) o costruire prigioni e aree d’isolamento che negano la nostra libertà. Questo semplice fatto ci induce spesso a credere che i muri (o più generalmente i confini) sono soltanto mezzi per prendere le distanze da qualcosa. Anche i muri buoni, come quelli delle case, confinano la nostra esperienza in uno spazio limitato. In questo primo incontro, comunque, presenterò il paradosso di muri che danno sfogo alla nostra immaginazione, passioni, libertà e pensiero. Il teatro e altre forme d’arte forniscono questo spazio paradossale. Tuttavia, un limite può anche essere letto come uno strano sentiero per l’infinito e l’illimitato.
𝗣𝗔𝗡𝗘𝗟𝗜𝗦𝗧
Anna Dora Dorno – Artistic director of Instabili Vaganti
Nicola Pianzola – Co-artistic director of Instabili Vaganti
Enrico Piergiacomi – Guest philosopher of Beyond Borders Project
Mia Yoo – Artistic director at La Mama NY
Adriana Garbagnati – Artistic director at La Mama Umbria International
Francesca Zitoli – Programming Manager at ATER Foundation
Roberto Prestigiacomo – Professor at Trinity University
II° Meeting
13 Mar 2022
Theatre as a space for the good contagion: method and problems
Esiste una lunga tradizione che connette lo spazio teatrale con i muri della città e ricorre alla metafora della peste. L’idea che il teatro sia la risorsa di un contagio che può essere sia positivo che negativo e che ha ampi effetti sociali è rimasta costante nei secoli. Questo breve dibattito cerca di studiare la logica che struttura questa metafora, mostra le sue principali ipotesi/obiettivi, sottolinea quando può essere considerato un utile mezzo di rivoluzione, piuttosto che la causa del disordine morale. Nonostante l’obiettivo principale sia ancora concettuale, il suo metodo è storico. Infatti, l’analisi ricostruirà le similitudini e le differenze che possono essere trovate in quattro testi: Repubblica di Platone, La città di Dio di Agostino, Elogio della follia di Erasmo e Il teatro e il suo doppio di Artaud.
𝗣𝗔𝗡𝗘𝗟𝗜𝗦𝗧
Anna Dora Dorno – Artistic director of Instabili Vaganti
Nicola Pianzola – Co-artistic director of Instabili Vaganti
Francesca Amendola – Director of Istituto Italiano di Cultura in Mumbai – India
Enrico Piergiacomi – Guest philosopher of Beyond Borders Project
Charlie Pepiton – Associate Professor presso Gonzaga University
Paolo Brancalion – L’arboreto vice-president and communication manager
Anuradha Venkataraman – Indian classical dancer and project’s participant
Jordi Perez – Theatre Director of Sargantana Theatre Company and project’s participant
Elena Copelli – Choreographer and project’s participant
III° Meeting
3 Apr 2022
Revolution starts from confinement. An hypothesis of political theatre
Se accettiamo il paradosso dell’esistenza di alcuni muri che aprono e l’ipotesi che il teatro sia un possibile percorso per un buon contagio, è ora tempo di esaminare se questa malattia utile che è paradossalmente aperta dai muri del teatro coincida con la rivoluzione. Prima di procedere, è comunque obbligatorio capire che cos’è un atto “rivoluzionario”. Si sosterrà che una rivoluzione è una complessa trasformazione che non è necessariamente improvvisa e violenta perché potrebbe anche essere lenta e delicata. L’elemento chiave può essere che comincia da una percezione chiara di confinamento e malcontento. Ogni atto rivoluzionario avviene poi perché circondato da muri o limiti: non si può desiderare la libertà senza sentirsi imprigionati, né aspirare a cambiare se la condizione d’immobilità e di riposo non è percepita come dolorosa. Questo fenomeno sarà poi studiato focalizzandosi sulle cause e condizioni di una rivoluzione in tre piccoli “cerchi”: il cerchio dell’individuo, il cerchio del gruppo limitato (famiglia, società …), il cerchio dell’umanità.
𝗣𝗔𝗡𝗘𝗟𝗜𝗦𝗧
Anna Dora Dorno – Artistic director of Instabili Vaganti
Nicola Pianzola – Co-artistic director of Instabili Vaganti
Enrico Piergiacomi – Guest philosopher of Beyond Borders Project
Sabera Shaik – Artistic director of Masakini Theatre
Brahma Prakash Singh – Assistant Professor of Theatre and Performance Studies at the School of Arts and Aesthetics, Jawaharlal Nehru University, New Delhi, India.
Parnab Mukherjee – knowledge consultant and alternative theatre nomad.
Pankuri Sinha – Journalist
IV° Meeting
24 Apr 2022
The space for a dramatic Eutopia, or the circle in expansion
L’incontro finale si concentra sulla distruzione delle mura che sono state erette fino ad ora. Non è negata l’idea principale che il teatro o altri mezzi rivoluzionari non richiedano limiti e confinamenti, perché abbiamo visto che l’assenza di entrambi annulla la stessa esistenza dell’arte e della rivoluzione. Piuttosto, il muro deve essere distrutto, nel senso che deve essere continuamente spostato, al fine di includere, circondare e proteggere ciò che è stato finora tenuto all’esterno. Una buona immagine è un cerchio in espansione: una figura i cui limiti esistono ancora e sono ugualmente distanti da un punto preso come suo centro, ma che si muovono e includono nuovi spazi all’interno del perimetro. Un simbolo tale può coincidere, in termini politici, con la fine dell’utopia e del cosmopolitismo, ossia l’approssimarsi ad una società idealizzata perfetta che raccoglie le buone qualità di ogni individuo e di ogni gruppo, senza sopprimere le loro peculiarità e differenze essenziali. Per tornare all’immagine del cerchio, una persona rivoluzionaria può occupare un centro decentrato nella circonferenza. Mantiene la sua unicità e riconosce anche i valori degli altri, entrando così in una felice relazione con un mondo dinamico. Ogni parte del cerchio si muove in armonia con il tutto in espansione.
𝗣𝗔𝗡𝗘𝗟𝗜𝗦𝗧
Anna Dora Dorno – Artistic director of Instabili Vaganti
Nicola Pianzola – Co-artistic director of Instabili Vaganti
Enrico Piergiacomi – Guest philosopher of Beyond Borders Project
Moussa N’daye – manager of Ker Theatre and Assitej Senegal
Janardan Ghosh – Theatre Professor – India
Budhaditya Chattopadhyay – Researcher – India
Ivanka Apostolova Baskar – Head of Macedonian Center, International Theater Institute
Sonya Armaghanyan – Phd at Georgetown University
Cristina Di Falco – project’s participant